Se
c’è mai stato nella storia dell’Universo un essere discreto quello è Dio.
All’apparenza
potrebbe sembrare uno (e trino) a cui piace apparire ma in realtà, da quanto
dicono, l’ha fatto pochissime volte e comunque mai di persona ma sempre sotto
forma di altro: albero in fiamme, colomba, raggio di sole, varie ed eventuali. Chiedete alla
signora Maria di Nazareth.
Non
una parola sul suo passato, su cosa abbia fatto prima di creare il Tutto, quali
fossero i suoi sogni nel cassetto (forse la Pace nel mondo, ma prima,
ovviamente, “il mondo”), mai nessun pettegolezzo che potesse far dubitare che
Lui (o Lei… anche su questo massimo riserbo) non fosse un’entità dai trascorsi
più che irreprensibili. Insomma, noi sappiamo solo che ad un certo punto della
Sua esistenza ha deciso di dividere le Tenebre dalla Luce, separare la Terra dalle
Acque e tutto il resto, e chi crede nella Bibbia asserisce che il Libro dei
Libri sia stato scritto su ispirazione diretta di Dio pertanto è Lui che ha
deciso di farci sapere delle cose su di Sé.
Perché?
Forse
la risposta è in questo brano riportato da un testo rinvenuto in Africa, probabilmente
il luogo da cui l’avventura umana ebbe inizio, vergato su pelle di capra ancora
indosso all’ovino medesimo e dato il movimento della bestiola, che benché piuttosto
anziana era ancora arzilla, per i ricercatori non è stato agevole leggere
quanto segue.
“E dunque?”, disse Dio al Serpente.
“Niente”, rispose il rettile, “Non c’è
verso, non se ne vogliono andare”.
“Ma da chi avranno preso, dico io!..
Io li ho fatti a mia immagine e somiglianza: sono curioso, creativo, vitale, attivo…
Invece quei due son lì tutto il giorno a non fare una beata ceppa.
Che lui sia un pirla non c’è dubbio,
ma poi ho creato anche lei che mi pareva un po’ più sveglia, invece niente… Li
ho fatti anche complementari in modo da accendere in loro un po’ di curiosità…
Macché. Lui si trastulla tutto il tempo con l’appendice che ha davanti, senza
neanche chiedersi come mai lei non ce l’abbia, è soddisfatto così, e lei dal
canto suo, mette a posto. Sistema. Ma che avrà da mettere in ordine, che mi
sono dannato per inventare il Caos. Il disequilibrio è movimento, è stimolo, è
vita. No, lei mette a posto. Mah…
Gli ho detto: ‘quello è l’Albero della
Conoscenza: prendete i suoi frutti. Fidatevi’. E loro niente. Ma che c’è di più
bello della Conoscenza, dico io! Niente! Lo saprò, no, io che sono l’Onniscente?!”
Il Serpente, spaventato e dispiaciuto
al tempo stesso, tacque.
Innumerevoli volte si fece giorno e si
fece notte, ma nulla accadde fino a quando il Serpente si presentò al cospetto
di Dio e disse:
“Signore! Signore! Ce l’ho fatta! Stanno
per mordere il frutto!”
“No! Non ci credo… “ replicò allibito
l’Altissimo “E com’è stato possibile?”
“Gli ho detto che era proibito!” rivelò
con entusiasmo l’amato rettile.
“Genio!”
Non appena ebbero dato il primo morso,
Dio apparve ad Adamo ed Eva e disse loro: “Finalmente, figli miei! Ce ne avete
messo di tempo! Pensavo non l’avreste fatto più… Davvero per un attimo ho
creduto che sul serio non aveste sete di Sapere, voglia di introiettare esperienze… insomma,
che mi sareste rimasti qui tra le scatole, bamboccioni per l’eternità.
Certo non potevo obbligarvi, ma alla
fine, usando il vostro libero arbitrio, vi siete decisi. Bravi, figli miei!
Volevo condividere con qualcuno la
cosa più bella che ho, ma sarebbe stato possibile solo nel modo in cui io
stesso l’ho acquisita, cioè imparando, ed ovviamente non avrebbe avuto senso se il
Sapere ve lo avessi infuso. Sì, come un'eco avreste saputo ripetere ma non avreste
goduto del piacere intimo dell’apprendimento. Senza contare l’aggiunta di
quell’unicum che è l’individualità, quel qualcosa diverso per ognuno dovuto
alla costruzione del Tempo e dell’Esperienza.
Insomma per condividere mi serviva un
impianto “vero” e così in un attimo (va be’, sei giorni, ma meno di così sfido
chiunque!) ho creato Tutto. Poi ho creato voi ma a quel punto dovevate aver
voglia spontaneamente di fare il salto e da soli vincere la
tentazione di restare in un limbo dorato com’è l’Eden. Cercare un’alternativa ad
un luogo brutto sarebbe stato facile ma andar via da qui? Bisognava avere la
scintilla, che poi si tramutasse in fuoco… mica facile lo so.
Adesso avrete il premio più grande:
liberarvi da tutto questo per vivere. Non sapete quanto è immenso l’universo e
quante cose ci sono da imparare. Io qui smonto tutto e vado a fare altro.”
“Ma… dobbiamo proprio?”, pensarono
Adamo e Eva, però non ebbero il coraggio di dirlo.
E fu così che Dio nella sua infinita
saggezza premiò Adamo ed Eva mandandoli sulla Terra e liberandoli per sempre
dal limbo dorato dell’Eden, da quella non-vita dove nulla mai accadeva e dove
nulla mai mutava, ritirandosi poi per sempre a vita privata, felice di avere
finalmente condiviso con qualcuno la cosa più immensa che possedeva.
E
quello fu l’ultimo atto di Dio. Si ritirò per sempre o andò fare qualcosa che
non ci è dato sapere ma comunque ci lasciò con il più bel regalo che qualcuno
possa fare ad una sua creatura.
Il
resto è fiction.